lunedì 24 gennaio 2011

Qualunquemente, non rompeteci le scatole!


Il titolo di questo breve commento riprende l’azzeccato film del bravissimo Antonio Albanese, non per parlare di cinema ma per approfondire quella che è diventata una parola costante nella sfera pubblica. Il ‘qualunquismo’, cos’è il qualunquismo? Prima di diventare uno dei molti insulti usati da giornalisti e uomini politici essere qualunquista era l’appartenere al “Fronte dell’Uomo Qualunque”, movimento fondato dal commediografo napoletano Guglielmo Giannini nell’immediato dopoguerra. Il fulcro di questo partito era il maggiore allontanamento possibile  dell’individuo dalla sfera politica e dalle azioni statali, ugualmente combattivo verso il comunismo ed il capitalismo della grande industria, contro le tasse e contro l’attività sociale dello stato, difendeva uno sfrenato liberismo economico. Il movimento di Giannini ebbe vita breve e nel 1949 buona parte dei suoi membri confluirono nel Partito Liberale. Le sue idee però non morirono e sono tuttora presenti nella testa di molti italiani. Per aspettare una nuova formalizzazione di queste posizioni si devono però aspettare gli anni ’90. I partiti ‘Forza Italia’ e ‘Lega Nord’ nascono proprio sulla base di queste idee di fondo, cioè una completa avversione verso il politico di professione, verso un’attività specificatamente politica. Berlusconi nella sua ormai celeberrima - e si può azzardare storica - discesa in campo si propose come l’uomo dell’antipolitica, come l’imprenditore prestato al gioco dell’organizzazione statale, da troppo tempo questa in mano a grigi burocrati di partito. Lui vinse, e continua a vincere, proprio marciando su questa generalizzata sfiducia che gli italiani hanno nelle istituzioni e nelle figure dei professionisti della politica, visti oramai solamente come intralcio al bene comune. Altro personaggio bandiera di queste idee è stato il comico genovese Beppe Grillo, negli ultimi anni protagonista della scena politica del nostro paese. Anche lui però ha iniziato dicendo che la politica <fa schifo> ed è finito con il candidarsi alle primarie del Partito Democratico, dalle sue idee sparate a colpi di megafono nelle piazze italiane e da comunicati del suo blog è nato il‘Movimento 5 Stelle’ presente alle elezioni in non poche circoscrizioni.
 Qualunquismo è dunque antipolitica, ma si può veramente parlare di antipolitica? Sono convinto che quest’azione di per se coincida con la politica, ma che questa possa diventare però pericolosa dal momento in cui inizia a distruggere le fondamenta su cui si basa una repubblica democratica. Si potrebbe valutare quindi in una possibile chiave positiva quell’antipolitica qualunquista che tende a diminuire determinate funzioni dello Stato, e che potrebbe servire quindi da spinta ad una buona funzione di chi si è preso l’onere di amministrare la cosa pubblica;  non però quella imbarbarita, quella contro tutto e tutti, quella che “non vi è liberta dove vi è lo stato”, che può pericolosamente sfociare in antiparlamentarismo, e quindi contro lo stesso sistema democratico che ci permette di parlare di queste cose. Non sembra però un po’ un controsenso per il  Qualunquista entrare in politica? In fondo, come diceva Giannini,  il suo unico  sogno è quello “che nessuno gli rompa le scatole!”

1 commento:

  1. pienamente concorde con il commento, ad eccezione di un punto...non ritengo, purtroppo, che Berlusconi vinca per la sfiducia della gente nella politica e nei suoi rappresentanti.
    Credo che Berlusconi vinca perchè la maggior parte dei votanti si sente qualunquista, e ahimè ne va pure fiera. In fondo all'italiano medio cosa interessa, qual è il suo unico sogno ?? " quello che nessuno gli rompa le scatole!"
    Citando un altro film...è un po' come il monologo finale di radio aut... a noi ci piace..

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