mercoledì 8 dicembre 2010

La breve vita delle Riforme Scolastiche


Questa è una breve visione della riforma scolastica che non è incentrata sui colori politici, su cosa è giusto su cosa è sbagliato, su cosa tagliare o meno. È un analisi che non troverete nei Tg o che vi diranno i vostri politici. È un’indagine che va al di là di cosa si dovrebbe fare per migliorare l’istruzione. È un‘osservazione sul perché non potrà mai funzionare una riforma scolastica in Italia, fatta da qualsiasi colore politico.
La riforma scolastica è una politica a lungo termine, i risultati si vedranno quando ormai il governo sarà già cambiato. Un difetto delle democrazie moderne è il non curarsi di queste politiche, ma concentrarsi più su dei progetti a breve termine, per raccogliere più voti possibili, per una futura rielezione. Il mostrare di fare, ancora una volta, è più importante del fare davvero.
Questo difetto diventa ancora più gigantesco nella politica italiana, dove esiste uno polarizzazione ben più accentuata, fra destra e sinistra, rispetto, per esempio, alla politica Americana o Inglese. I nostri due partiti maggioritari hanno due visioni differenti di come costruire lo Stato. Queste prospettive così lontane fra loro fanno si che le riforme scolastiche in Italia (come tutti i progetti a lungo termine) non possano funzionare; ad ogni cambio di governo, ci sarà sempre una nuova riforma, senza aver dato la possibilità alla precedente di raccogliere i primi risultati. Il nuovo governo considererà inaccettabile le posizioni del precedente, infatti ogni nuovo governo, dal 2001 in avanti, ha sempre attuato, o cercato di attuare, una nuova riforma (2001/2006/2010). Quando si cambia progetto risulta palese che l’istruzione si blocca, come se, tirando le somme, nessuno avesse progettato un futuro. Non c’è più tempo per ricominciare ma solo per prendere ciò che di buono c’è nel ‘vecchio’ sistema scolastico italiano e aggiustarlo.
Leggendo queste riforme, perché poi sono un po’ tutte uguali, senza una vera visione univoca dietro, si nota come le uniche cose ad essere cambiate sono i dettagli, e non le cose essenziali. Questo succede sempre per il solito motivo, i cambiamenti più importanti richiedono molti soldi, soldi che i governi democratici moderni sono più propensi a investire su politiche a breve termine, ed in un periodo di crisi, chi ha bisogno della cultura? Tanto poi succede qualcos’altro su cui puntare gli occhi e della riforma scolastica non importa più a nessuno…

2 commenti:

  1. Mi trovo d'accordo con il pensiero che sta alla base dell'articolo appena letto cioè che non vi sia continuità reale nel disegno culturale e scolastico del governo italiano ma che si scrivano decreti legge basati sul breve periodo e su dettagli e tagli,però la spiegazione del fenomeno la faccio derivare personalmente dalla impossibilità della politica di cambiare il sistema dalle fondamenta non per mancanza di linee guida sull'istruzione ma per la mediazione che nella politica italiana è d'obbligo non si possono fare cambi radicali e per questo si continua a ristagnare cambiando qualcosina in un sistema ormai obsoleto e vecchio che dovrebbe essere cambiato in toto. è a questo che io voglio ribellarmi alla politica sia di destra che sinistra che non cambia ma fa finta di farlo lasciando sostanzialmente i privilegi a chi li e la struttura italiana vecchia e impolverata io sono d'accordo alle riforme ma che siano reali e chiare allora si può mediare e arrivare ad un accordo.

    RispondiElimina
  2. Grazie per il commento,
    Citando Talleyrand: "il potere logora chi non ce l'ha"...e quindi è meglio non perderlo. Credo che ormai molte persone siano sfiduciate da questa politica poco attenta alla persona. Infatti i politici italiani solo molto più distaccati dai votanti rispetto ai deputati americani che hanno un rapporto molto stretto con gli elettori. Riuscendo così a comprendere e capire cosa vuole l'uomo medio. Ma attenzione! non bisogna sempre cadere nel cliché di criticare i nostri politici. (a breve comparirà un articolo proprio su questo tema)

    Sinceramente,
    una delle due G.

    RispondiElimina